venerdì 4 luglio 2008

FERMIAMO LA CHIUSURA DEL MUSEO STORICO DELLA RESISTENZA(ESTRATTO DAL SITO NAZIONALE DEL PRC)

Fermiamo la chiusura del Museo storico della Resistenza
Dipartimento nazionale per l’antifascismo del PrcFederazione di Roma del Prc
Non basta la minacciata cacciata dei dipendenti pubblici definiti ‘fanulloni’, ennesima etnia da eliminare. Il ministro Brunetta scioglie per decreto gli enti pubblici ‘inutili’ secondo la legge del mercato, cioè che non fruttano denaro. Quale migliore occasione per eliminare il Museo Storico della Resistenza di Via Tasso?
Come i Romani sanno, il museo è allocato nel palazzo che fu sede dell’Ambasciata tedesca negli anni del fascismo, e adibito a carcere e luogo di tortura durante l’occupazione nazista a Roma. Sono conservate al suo interno le celle con i muri coperti di graffiti tracciati dai partigiani prima di essere fucilati.
Il Museo rientra nel decreto legge di Brunetta: oltre a non produrre denaro, ha meno di 50 dipendenti, anzi ne ha uno solo, il protiere Agostino, in quanto prestano lavoro volontario tutti gli altri, Parisella, Mogavero, giovani ricercatori sempre disponibili a illustrare la memoria di chi combatté e morì per fare dell’Italia una Repubblica democratica. Ogni giorno gruppi, turisti e soprattutto scolaresche di ogni ordine e grado entrano in Via Tasso e ne escono con un elemento di conoscenza e di coscienza in più.
La chiusura di Via Tasso, insieme a quella dell’Istituto nazionale per la Storia del movimento di Liberazione in Italia, è l’ennesimo insulto alla Repubblica e al popolo italiano, da parte di un governo che lascia ogni spazio al peggior revanscismo nazifascista, dimenticando di essere stato eletto da libere elezioni e non dal plebiscito di mussoliniana memoria.
Esprimendo la piena solidarietà agli uomini e alle donne che mantengono in attività il Museo di via Tasso, sollecitiamo gli antifascisti romani e in primo luogo i nostri compagni e compagne a esprimere in tutte le sedi la più forte protesta, e chiediamo al Presidente Napolitano di intervenire.3 Luglio 2008

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